IL PUGNITELLO DI POGGIOLELLA

 

DIARIO DELLA DEGUSTAZIONE E DELLA SUA…. REPLICA

 

Questo è il racconto della degustazione del vino ottenuto dal Pugnitello, antico vitigno autoctono della Maremma (Poggio al Sasso) riscoperto grazie all’opera dell’Università di Firenze, che sta portando avanti un progetto di raccolta e valorizzazione del patrimonio varietale Toscano. Il vitigno, riconosciuto come varietà a se stante, viene ammesso alla produzione di vino nel 2003 e successivamente impiantato e coltivato da alcuni coraggiosi anche nella terra del morellino !

Il vitigno sembra assomigliare più al Montepulciano che al Sangiovese, anche se il grappolo si presenta più piccolo ed a forma di pugno (di qui il nome). La produttività non è elevata ma ne deriva un vino denso, corposo, di colore rubino intenso tendente al violaceo, con note dominanti di frutti di bosco e con sentori erbacei. Di ottimo gusto e con buona acidità, gradazione alcolica elevata con tannini importanti ma molto fini. Insomma un gran vino, anche da invecchiamento, che nulla ha da invidiare a super blasonati rossi toscani.

Immagine pugnitello

Poggiolella è un’azienda agricola fondata da una coppia dei tanti “esuli felici” che hanno abbandonato la città per dedicarsi al lavoro di campagna o meglio alla coltivazione delle loro passioni! Michele Consaga e Antonella Giannini producono nell’omonima località, sita sulle colline alle spalle di Talamone e dell’Argentario il pugnitello, un ottimo vermentino ed un rosso giovane con merlot e sangiovese. Infine, come da tradizione anche olio extravergine di oliva.

Immagine poggiolella

……Riscoperta e valorizzazione di un vitigno quasi estinto, piccolo produttore che lavora con passione, una delle tante varietà di uve tesoro e ricchezza italiana, un vino eccellente…Non potevo non condividere l’esperienza con una degustazione che ha riscontrato il favore degli amici e degli appassionati, tanto da essere replicata a distanza di un paio di settimane.

Alle  degustazioni abbiamo avuto il piacere di ospitare i due produttori che hanno illustrato i loro vini affascinando il pubblico soprattutto per la dedizione e l’entusiasmo che mettono nel loro lavoro, anzi direi per la passione che hanno mostrato per le proprie “creature”!

Abbiamo degustato in primis il vermentino in purezza di eccellente qualità, personalmente uno dei migliori che abbia mai assaggiato. Vermentino che poco concede al fruttato spinto, ottenuto spesso con aggiunte di sauvignon, viognier o altre uve simili, di colore giallo paglierino, decisamente secco con un buon corpo e di  sapidità, mineralità ed acidità intense e ben equilibrate. Anche in questo caso la gradazione alcolica è abbastanza elevata, ma il vermentino è, del resto, …. figlio del mare e del sole. Abbinabile a piatti di pesce al forno od abbastanza strutturati, fritture, carni bianche, ma anche gradevolissimo da bere a se stante. Una delle particolarità è che nell’odore e nel gusto si rintracciano leggere note di lievito e briosche, tipiche degli champagne secchi francesi .

Insomma da non far mancare nella propria cantina.

Idem per il Pugnitello che abbiamo degustato nella sua versione giovane, un anno di solo acciaio e nella versione riserva, almeno dodici mesi in barriques di primo e secondo passaggio.

Di questo rosso, credo di aver già detto tutto: un vino eccellente con corpo, struttura, tannini fini, dal gusto intenso ma ben equilibrato ed armonico . Ovviamente un vino da carni rosse, arrosti, selvaggina, etc…

 

 

 

 

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